giovedì 3 novembre 2016

Quante volte ci siamo fermati?

Qualche sera fa sono stata alla notte nera del jazz a Moncalieri, cittadina storica ai piedi della collina torinese. Arrivando lì con amici che la conoscono bene abbiamo raggiunto il centro dall'alto, dal castello che domina il centro urbano. Scendendo nella piazza principale, quella del duomo e del comune, addobbata di luci blu e molto suggestiva, porticata, dominata da due chiese, un po' in discesa, con locali di tendenza accanto a botteghe vecchio stile e alcune facciate con segni di antiche finestre gotiche, mi sono resa conto che non ci ero mai stata.

Tutte le volte che ero stata a Moncalieri avevo solo esplorato superficialmente la parte vecchia che sale dalla porta della piazza del mercato, in basso, ma nemmeno sospettavo l'esistenza di un centro così bello. Ricordo che un giorno volevo comprare un gelato e qualcuno mi ha consigliato di salire nella piazza principale dove c'era una buona gelateria, ma cammina cammina, a un tratto ho visto che le case diventavano moderne e ho creduto che il centro antico fosse finito lì, tanto che alla fine il gelato l'ho preso altrove.
Strada aperta - Foto dell'autrice

Allora la riflessione nata da questo episodio è stata: quante volte ci siamo fermati appena prima di trovare ciò che stavamo cercando?
Forse per stanchezza, svogliatezza, forse per saccenza abbiamo pensato che le lezioni per noi fossero già lì, che non ci fosse altro.

Quante volte non abbiamo perseverato solo perché ci siamo chiusi nella nostra convinzione, invece di restare aperti e fiduciosi, e esplorare un po' più in là?

Quante volte ci siamo inconsapevolmente limitati?

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