mercoledì 2 novembre 2016

Accettare il mistero della morte

In questo giorno in cui si ricordano i cari estinti sorge una riflessione. Tante volte perdendo qualcuno di caro cui eravamo molto legati abbiamo fatto resistenza considerando la sua dipartita sbagliata. Qualcosa che non dovrebbe succedere. Magari ci siamo arrabbiati con l'Altissimo o ci siamo soffermati troppo a lungo a pensare cosa potevamo fare prima per evitare quella morte che non riusciamo ad accettare. 

A volte capita che un personaggio evoluto che si è messo al Servizio del mondo per aiutare l'umanità a evolvere ci lascia all'improvviso, ed ecco che sorgono domande istintive: Perché proprio lui che era al Servizio e poteva essere d'esempio? Perché proprio ora che c'era ancora bisogno di qualcuno come lui? Perché così giovane? Chissà cosa poteva ancora darci della propria essenza se non se ne fosse andato dall'oggi al domani.


Cimitero monumentale di Alessandria - Foto dell'autrice
Queste sono domande della personalità che teme la morte, teme tutto ciò che non pare avere un senso, che si attacca al bisogno di una certa figura e soprattutto ragiona nella dualità, nella polarità tipica della materia che conosce morte opposta a vita, mondo terrestre opposto a mondo sottile, corpo opposto a spirito.

La saggezza sta nel smettere di farsi domande senza risposta logica e accettare che non possiamo sapere cosa spinge un'anima a fare un salto improvviso dal mondo materiale a quello dello spirito, o aldilà. Può essere una ragione karmica o evolutiva che solo quell'anima può sapere. 
E non è detto che quell'anima non continui ad aiutare l'umanità a evolvere ma su altri piani per noi invisibili.

Con questo non intendo giudicare come sbagliato il soffrire per questa sensazione di mancanza di senso. E' qualcosa invece da accogliere come nostra parte umana, fragile, insicura, incapace di affidarsi all'intelligenza cosmica.
Si può restare in raccoglimento per sentire il dolore per queste domande spontanee che ci ossessionano. Anzi, si deve starci dentro per permettere loro di sciogliersi alla luce della nostra osservazione amorevole.

Però poi lasciamo andare, affidiamoci alla vita. L'insegnamento che una persona ci ha lasciato resta nel nostro cuore, il senso di quell'esistenza non va mai perduto.

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