giovedì 30 giugno 2016

Zanzare e Presenza

Ormai, per chi lavora su di sé, è assodato che ogni occasione è buona per esercitare l'esercizio della Presenza e l'osservazione sulle reazioni del corpo e della personalità ai fastidi.

In queste notti d'estate capita di svegliarci nel cuore della notte con un prurito fortissimo, quasi insopportabile, in qualche parte del corpo appena predata da una zanzara famelica. La prima reazione meccanica è quella di grattarsi in modo selvaggio imprecando contro la piccola creatura, poi di guardarsi intorno con sguardo assassino impazienti di ucciderla per vendetta. 

Ma già svegliarci nel cuore della notte con un piede dolente, ad esempio, ci permette di ricordarci che abbiamo i piedi! Non è poi così scontato, ci scordiamo continuamente di avere un corpo, tranne quando ci fa male o ci prude una parte di esso.

Zanzare - Foto dell'autrice
L'esercizio di Presenza entra in gioco quando ci sforziamo di non grattarci, e cerchiamo invece di stare in quel fastidio, nel nervoso e nella eventuale paura di essere ancora predati. 
Cosa accade se stiamo lì ad osservare quanto il corpo è meccanico nei confronti del prurito? Accade che per quegli attimi non ci stiamo identificando con la macchina. Non siamo più vittime di un insetto fastidioso ma diventiamo l'Osservatore.

Questo permette di non perdere energia nella lamentela e nel vittimismo, ma soprattutto ci restituisce la dimensione della paura che abbiamo del disagio che ci provoca il prurito. Osservandola, svanisce. E così interrompiamo la nostra meccanicità, torniamo alla nostra Integrità.
E allora possiamo decidere di spegnere la luce senza passare il resto della notte a caccia della zanzara, anche a costo di dover ripetere l'esercizio ad ogni nuova puntura!


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