venerdì 27 novembre 2015

Vivere col freno a mano tirato

Scrive Gregg Braden nel libro La Matrix Divina: Il punto focale dei nostri sentimenti diventa la realtà del nostro mondo.

Nonostante sappiamo che le nostre emozioni e paure creano, e di certo creeranno la realtà che non vogliamo, stentiamo a lasciarci andare completamente, con fiducia nella vita ed entusiasmo.
Qualcuno avrà sperimentato la sgradevole e frustrante sensazione di vivere come se avesse il freno a mano tirato. 

I nostri non posso, vorrei ma, non ci riesco, è troppo caro, ho poco tempo, non c'ho testa, non sono dell'umore giusto, non so con chi andare a quel concerto, ho troppi impegni, ecc. sono come una palla al piede che ci trasciniamo dietro inutilmente e che ci impedisce di vivere pienamente le esperienze che entrano nel nostro campo di possibilità. 

Bloccata - Foto dell'autrice
Esiste una sensazione fisica del non posso. E' un blocco interno di cui non si trova la chiave, una chiusura in sé stessi, un'incapacità di vedere oltre la preoccupazione del momento, magari legata alla mancanza di denaro o al senso di solitudine. Sotto sotto, scorre una paura profonda, che gela. E' qualcosa di percepibile chiaramente ma non si comprende fino in fondo che paura sia, in sostanza.
Di lasciarsi andare? Di vivere? Della libertà? Della povertà? Delle conseguenze di un'eventuale errore? Di stancarsi? Di mettersi in gioco? Pigrizia? Codardia? Mancanza di volontà o di autostima?
Magari tutte queste cose insieme?

Non ho una risposta. Ma sicuramente queste paure nascono da una profonda sfiducia nei confronti della vita. E' un blocco psichico/energetico difficile da sciogliere. Probabile che si sia formato nell'infanzia, a causa di condizionamenti parentali ed esperienziali.

Come sempre, l'osservazione permette alla persona di vedere questi schemi che la condizionano nell'azione. E vedendoli, la luce della consapevolezza già li rende meno potenti. 
Ma il vero succo della questione è che chi si sente in qualche modo impedito, impotente, si pensa separato dal mondo dando ad esso un'importanza abnorme. 
Imparando a concepire noi stessi come parte fondante e imprescindibile del mondo, ecco che tutto si ribalta.
Se io e il mondo siamo una cosa sola, allora non esiste una forza esterna a me che mi blocca. Non esiste mancanza di denaro né di tempo, né di condizioni favorevoli per fare ciò che vorrei.

Ogni volta che diciamo non posso in realtà stiamo dicendo, anche se a livello inconscio, non voglio.

giovedì 26 novembre 2015

Sul bisogno fisico

In questi giorni stanno partendo i miei percorsi personalizzati riguardo ai conflitti di coppia e alla sofferenza da abbandono. 
Noto che molte persone che si rivolgono a me per affrontare queste problematiche in base al Nuovo Paradigma (l'esterno è l'interno) lamentano soprattutto la mancanza fisica del partner, nel caso di una rottura nel rapporto. 
La cosa che lascia gelati è l'assenza di coccole, di calore fisico e umano. Senza, ci si sente persi, abbattuti, privi di forze. Almeno all'inizio.

Questa sensazione ha tre origini. 
Una più superficiale è l'attaccamento. Ci si era assuefatti alla presenza di una persona accanto, quel calore umano ci illudeva di riempire i nostri vuoti emotivi e/o esistenziali. 
La seconda è prettamente fisica: tutti i mammiferi hanno bisogno di cure, di intessere rapporti, di calore umano.
La terza ragione è invece animica. Siamo comunque esseri di luce che sperimentano la materia, siamo fatti per stare con gli altri, che sono il nostro Specchio, e senza di loro non possiamo avere una percezione di noi stessi - per quanto illusoria, essendo basata sulla dualità. Guardandoci in quello Specchio, per quanto a volte impietoso, evolviamo. 

Sentire questo vuoto e soffrirne è normale, è umano. Il problema è restarne invischiati.
Stryx - Foto dell'autrice
Il guerriero di luce sa che quel dolore è dato dalla macchina biologica che soffre di un attaccamento, e non cede alla tentazione di tornare con quel partner, di corrergli dietro, implorarlo di restare, solo perché il corpo soffre di un vuoto improvviso.

Quel dolore ci è maestro perché ci fa notare che se da una parte c'è ancora del lavoro da fare su di sé per superare l'attaccamento e la paura della solitudine, dall'altra non dobbiamo nemmeno chiuderci a riccio e mettere una corazza emotiva nel timore di soffrire ancora.
Il Cuore ci sta solo dicendo che, ben consci dei drammi della macchina biologica, siamo anche terribilmente, meravigliosamente umani, e fare gli asceti a tutti i costi non ci aiuterà ad aprirlo all'Amore, alla Vita.

Il Cuore ci dice che, al di là di ogni attaccamento, esiste l'amore che è anche fisico, siamo qui per questo.
Siamo qui per sentire anche i palpiti del cuore, il tocco sublime di una carezza, di un abbraccio. E se non lo sperimentiamo ora, sul piano fisico, con consapevolezza, perdiamo la nostra occasione di viverlo pienamente. 

Ma mai e poi mai rincorrere un partner per sentire di nuovo quel tocco, quel calore!
Meglio soli, sofferenti, ma a testa alta. Elemosinare un rapporto per il bisogno fisico significa perdere il proprio Potere.
Coppia Specchio - Foto dell'autrice



Se volete intraprendere un percorso personalizzato per affrontare in prima persona questa e altre problematiche, scrivetemi a: genavarigana@libero.it






martedì 24 novembre 2015

Da Legge di Attrazione a Legge di Creazione

Tantissime persone oggi conoscono la Legge di Attrazione, hanno letto libri sull'argomento, l'hanno applicata, talvolta hanno visto piccoli risultati. Ma, così facendo, si sono concentrati solo sull'illusione della dualità, sulla proiezione di mondo esterno che in realtà nasce da noi. 
Pensare di attrarre qualcosa a sé significa dare per scontato che esista un mondo fuori di noi, separato dalla nostra essenza. Significa non tenere conto della Legge dello Specchio: come dentro, così fuori.
Inoltre, si rischia di concentrarsi su bisogni edonistici di cose materiali, usando l'energia del bisogno infantile di gratificazione, invece che agire da un punto di vista animico.

Creazione - Foto dell'autrice
Il nuovo Paradigma (nuovo per le coscienze di oggi) ribalta questo modo di vedere. La realtà delle cose è che noi siamo campi energetici che creano tutto da dentro. La realtà che creiamo corrisponde a ciò che vibra con la nostra energia.

Se ti senti impotente, povero, debole, solo, incompreso, questa sarà la tua realtà e senza cambiare pensieri ed emozioni non si potrà cambiare nulla in sostanza. Senza resettare le nostre false credenze dalla mente, dalle cellule e dalle sinapsi cerebrali saremo sempre in quella situazione che non ci piace, inutile illudersi di cambiare la realtà da fuori spostandosi nello spazio, cambiando partner o lavoro. Non basta. E ormai molti lo stanno comprendendo. Lo vivono sulla pelle ogni giorno. Agire fuori è inutile. Si sprecano solo tempo ed energie.

Ci sono molte tecniche efficaci per cominciare a creare una nuova realtà partendo da dentro di noi, non starò qui ad elencarle tutte. Ma una è imprescindibile: osservare i pensieri e le lamentele ricorrenti perché sono quelli che creano la struttura della nostra mente e quindi la realtà che si manifesta all'esterno. 

Una volta che conosciamo i nostri pensieri ricorrenti possiamo sostituirli con qualcosa di più creativo e costruttivo. Visualizzare in modo consapevole una nuova realtà, quella che vorremmo finalmente vivere. 
Free to run - Foto dell'autrice
Anche muovere l'energia con atti psicomagici funziona: fare qualcosa che non si è mai fatto o che ci fa paura, superare imbarazzi e abitudini, spazzare via la pigrizia uscendo magari di più, vedendo gente nuova che entrerà in contatto con il nostro campo informativo, cioè la nostra energia, e la nostra mente non potrà che adattarsi alle nuove condizioni. Tutto questo ci costringe ad essere creativi, a muoverci in direzioni diverse e magari inconsuete, creando anche nuove possibilità.

Mai dimenticare che qualsiasi cosa vogliamo manifestare è già dentro di noi. Dobbiamo solo imparare a materializzarla.

giovedì 19 novembre 2015

Quale rivoluzione oggi?

A ottobre sono andata a vedere il film documentario su Janis Joplin, e uscendo dal cinema ho fatto delle considerazioni con le amiche che erano con me.
Gli anni '60 sono stati un momento preziosissimo per la storia del '900 e non solo, perché hanno portato una forte energia di cambiamento, hanno innescato maggiore consapevolezza politica e sociale nelle coscienze. Lo stile di vita hippie ha portato alla rottura di vecchi schemi comportamentali e ha sdoganato atteggiamenti fino a poco tempo prima inammissibili dal perbenismo imperante all'epoca.
Molti di noi sono un po' nostalgici del clima di rottura gioiosa che serpeggiava negli anni '60, e della musica, che ha raggiunto livelli di qualità ineguagliabili e ancora oggi è punto di riferimento e ispirazione per varie generazioni di musicisti e non solo.

Janis - Rielaborazione foto dell'autrice
Ma conosciamo ormai anche i limiti di un'epoca in cui l'idealismo è sfociato nella dipendenza dalle droghe, nella New Age e nel carnevalesco, e sappiamo bene che fare i rivoluzionari indossando giubbotti di pelle e ascoltando il rock non serve a cambiare sostanzialmente la società in meglio.

Quindi, la domanda che sorge spontanea subito dopo il moto di nostalgia è: Quale rivoluzione possiamo fare oggi?
La risposta è lampante: Cambiare stato di coscienza.
Sarà una rivoluzione molto più lenta e meno colorita di quella hippie ma, come diceva Osho, più tempo ci si mette e più si andrà in profondità.

Il Fuoco creativo che negli anni '60 ha bruciato tutto in fretta, ma restando un po' in superficie, oggi si può utilizzare per sovvertire il nostro mondo interiore.
Siccome il nuovo paradigma è che non esiste un esterno a noi, che tutto esiste e si crea solo dall'interno, l'unica rivoluzione possibile è quella interiore.

Quando avremo raggiunto una massa critica di coscienze in stato di veglia, allora davvero il mondo non potrà che rispondere al nuovo
Hippie heart - Foto dell'autrice
stato di Coscienza. 

Bisogna diventare un esercito di guerrieri di luce.
Senza più grossi conflitti interni, il bisogno di innescare conflitti nel mondo materiale collasserà.

Vegliate, dunque, perché solo aprendo gli occhi possiamo rivoluzionare una società di dormienti!

venerdì 13 novembre 2015

YIN vs YANG

L'immagine del Tao ci rimanda all'archetipo dell'equilibrio cosmico, lo yin femminile si bilancia allo yang maschile divenendo un tutt'uno, poiché senza una delle due parti sarebbe in disarmonia.
Ma gli elementi vanno maneggiati con cura, ogni individuo può avere un'energia più o meno potente e incarnare un elemento in maniera molto più netta rispetto all'altro, anche se ognuno di noi li contiene entrambi.

Per fare un esempio concreto, non è detto che un uomo con forte energia yang si accompagni bene ad una donna con una predominanza di yin, anche se in teoria potrebbero bilanciarsi a vicenda.
Nella realtà dei fatti è possibile toccare con mano che due forti elementi opposti non si attraggono, anzi, è più facile che finiscano per respingersi, anche se magari all'inizio possono essere affascinati dall'elemento che meno contengono in sé.

Diavolo e acquasanta - Foto dell'autrice
Succede anche con i segni zodiacali: un uomo con tanti elementi di terra nel tema natale difficilmente potrà restare a lungo accanto a una donna con tanti pianeti in segni d'aria, perché la troppa concretezza dell'uno non riuscirà ad entrare in sintonia con gli slanci creativi e idealistici dell'altra.

Come spesso viene ribadito dai saggi, nessuno può compensare qualcun altro. Siamo sempre degli individui completi che al massimo si possono accompagnare con creature che abbiano un'energia simile alla nostra. Mai cadere nella trappola del desiderio di compensazione. Perché è un'illusione pericolosa.

Chi è yin, per quanto in sé contenga anche energia yang maschile, potrebbe avere difficoltà a stare con qualcuno che incarna quasi esclusivamente energia yang, perché rischia di bruciarsi al calore di una fiamma troppo potente per la sua natura fredda e umida tipica femminile. Dal canto suo, chi è yang non dovrebbe cadere nella trappola dell'accusare l'altra parte della coppia di essere troppo fredda, perché così facendo non tiene conto della differenza sostanziale della natura opposta. 

mercoledì 11 novembre 2015

Donne che hanno paura del sesso o del vuoto?

Mi è capitato spesso di sentire uomini lamentarsi delle proprie compagne ritenute colpevoli di non essere molto disponibili a fare sesso di frequente.
L'accusa comune è che esse siano disinteressate al sesso, quasi ne fossero annoiate. Nei casi di coppie di lunga data è abbastanza fisiologico che la passione amorosa possa essere un po' scemata, complice abitudine, figli, ma anche la distrazione degli stessi coniugi che hanno finito per darsi per scontati.

Potere femminile - Foto dell'autrice
Ma a volte accade che le donne paiano rifiutare il sesso anche quando il rapporto è appena cominciato. Com'è spiegabile questo fenomeno? A parte una fetta di donne che non sono abbastanza innamorate da lasciarsi andare alla passione, credo che la risposta sia nel differente modo di intendere la sessualità.

Il sesso oggi è molto banalizzato, vi si accede velocemente senza lunghi corteggiamenti, anzi, spesso chi corteggia una donna scende in dettagli intimi troppo in fretta parlando di sé, delle proprie prestazioni e dimensioni togliendo magia e mistero alla cosa. Insomma, la donna sa già cosa aspettarsi. L'abitudine ormai dilagante è cena + sesso già al primo appuntamento, non dando la possibilità alle due parti di esplorarsi, giocare, creare un'empatia vera, e un crescente desiderio erotico.

Poi, il sesso in sé come prestazione viene vissuta come un'arena in cui esibire doti di destrezza, fantasia e potenza, e se nella coppia si instaura un tipo di sesso così meccanico, la donna che ha una consapevolezza di sé, che in qualche modo è ancora in contatto con il proprio Potere ancestrale di sacerdotessa del sesso come iniziazione e Unione divina, non può più stare al gioco.

Energia sessuale - Foto dell'autrice
Ci sono coscienze che sono ancora totalmente agite dall'energia sessuale e incapaci di incanalarla in qualcosa di costruttivo che va in profondità, che possa creare una comunione energetica con la propria partner.

Una donna consapevole sente il Vuoto che serpeggia sotto la meccanicità di un sesso vissuto come puro appagamento edonistico e nulla più.
E non può stare al gioco per molto, a meno che il partner non sia abbastanza coraggioso da lasciarsi portare per mano verso una profondità sconosciuta, verso un incontro con l'Assoluto, dove l'unione sessuale crea un Uno mistico.

Quindi, siamo davvero sicuri che le donne abbiano paura del sesso o sono solo più sveglie dei loro compagni lamentosi?

lunedì 9 novembre 2015

Uomo giusto = per sempre? Un mito da sfatare

Molte donne lamentano di non trovare l'uomo giusto, continuano ad aspettare, a scremare, a dannarsi pensando Perché non lo incontro?
Si è ancora schiave del paradigma uomo giusto = uomo da fiaba e per sempre. 
Siccome noi creiamo la nostra realtà in base alle vibrazioni che emaniamo, soprattutto a livello inconscio, non esiste un uomo che possa essere sbagliato. E' perfetto per ciò che le nostre vibrazioni emanano. Se non ci va bene, possiamo passare oltre e continuare a lavorare su di noi, ma quel partner sarà stato comunque perfetto per il momento in cui era accanto a noi.


Lovers - Foto dell'autrice
E' la Legge dello Specchio. L'altro ci fa vedere delle cose di noi da risolvere e viceversa: noi siamo entrati in risonanza con lui perché aveva bisogno di vedere alcuni suoi limiti. 

Con questo, non significa accettare tutto ciò che ci arriva indiscriminatamente, però tutto ciò che arriva contiene in sé un messaggio per noi. Che ci piaccia o no, che lo cogliamo o no.
Ma se lo cogliamo, evolviamo e non avremo più a che fare con quelle problematiche.

Dovremmo riconsiderare sogni, canoni, idealizzazioni, aspirazioni irraggiungibili e accettare il fatto che il Divino sa meglio di noi di cosa necessitiamo in questo momento.
Un errore comune è preoccuparsi che un uomo con cui ci sono dei problemi non vada bene come partner per sempre.  Ma chi dice che deve essere per sempre? Le fiabe ci hanno rovinate!

Qualcuna obietterà che se non sente le farfalle nello stomaco allora non ne vale la pena, però sappiate che quel tipo di innamoramento fa parte delle emozioni negative, perché deriva da un'idealizzazione che avrà di sicuro un down che seguirà all'up, per effetto della spietata Legge di Compensazione. Non esiste che si tocchi sempre il cielo con un dito, prima o poi si cadrà nell'inferno della delusione, del rancore, delle recriminazioni. E' una Legge.

E se smettessimo di sognare un amore romantico da farfalle nello stomaco e imparassimo di più a stare nel sentire delle vibrazioni? Se un uomo è per noi, con lui ci sentiremo a nostro agio, in qualche modo a Casa.
Amanti - Foto dell'autrice

E vi assicuro che non c'è sensazione più bella del non dover fingere di essere migliori di ciò che siamo con l'innamorato di turno. E' rilassante avere la sensazione che è tutto naturale, che si sta bene insieme e basta. Senza finzioni, senza aspettative né batticuori. 

Se poi non dura, quel partner per noi è stato comunque quello giusto in quei momenti, quando era accanto a noi.




venerdì 6 novembre 2015

Questione di vibrazioni

I Maestri dicono che al giorno d'oggi la Terra sta aumentando di vibrazione, con conseguenti disarmonie gravi in quegli ambienti in cui la Consapevolezza collettiva è ancora molto addormentata (leggi: Paesi in guerra; tensioni sociali; crisi economica; aumento esponenziale del femminicidio, eccetera).

Ma l'altra faccia della medaglia è che nelle coscienze un po' più evolute accade un velocizzarsi degli eventi. 
Ad esempio, ho notato che i conflitti interiori e di lavoro o di coppia, così come quelli genitori-figli, hanno una durata sempre più breve. Spesso sono molto forti e vanno in profondità a toccare corde molto dolorose, ma proprio perché chi le vive ha una consapevolezza superiore alla media, ecco che avendo gli strumenti per affrontare la situazione problematica, questa viene sciolta rapidamente.

Vibrazioni - Foto dell'autrice
Conflitti di coppia o problematiche legate alla propria professione che in coscienze totalmente addormentate durerebbero anni di lotte e recriminazioni, rancore e vittimismo, ecco che invece in poco tempo vengono accolti come Legge dello Specchio e vissuti come insegnamento.

Quando ciò accade, emergono di colpo una serenità di fondo e un'integrità che vengono direttamente dall'Anima e che ci portano ad essere vigili, obiettivi, lucidi e trasparenti. A quel punto non si può far altro che essere franchi, dire la verità emergente dall'insegnamento di fondo che quella situazione ci sta mostrando.

Come nella famosa frase del Vangelo, la Verità vi renderà liberi.
Ed ecco che quella situazione di conflitto ha le ore contate e presto le vibrazioni della Consapevolezza universale spazzeranno via ogni rimasuglio di negatività perché stiamo agendo in armonia con il Cosmo, e non in base a schemi di pensiero che fanno solo resistenza a ciò che è.

martedì 3 novembre 2015

Il problema è già la soluzione

Ogni volta che ci si presenta un problema, di qualsiasi tipo, la prima cosa che emerge è la lamentela, a volte un lieve vittimismo, un certo senso di ingiustizia. Il meccanismo tipico è chiedersi come mai si è presentato quel problema, che magari per noi è l'ennesimo di una lunga lista.

Ma, se cambiamo prospettiva, e iniziamo a Vedere davvero la Realtà invece del film horror creato dai nostri filtri, ecco che emerge una nuova consapevolezza. 
Se ripensiamo alla Legge dello Specchio, ecco che quel problema o la persona che noi crediamo l'abbia creato diventano Maestri.
Ci rendiamo conto che loro sono lì perché noi inconsciamente li abbiamo richiamati nella nostra vita, e proprio perché eravamo pronti a risolvere ciò che ci impediva di evolvere. 

Queste persone o situazioni sono aiuti e sfide nello stesso tempo, perché sta a noi decidere se vederli come ostacoli insormontabili oppure, con gli occhi di chi Vede, perché è in stato di Veglia (cioè non più completamente immerso nel sonno della Coscienza), come la mano di Dio che attraverso di loro si manifesta.


Problema - Foto dell'autrice (Museo del Cinema di Torino)
La gente crede ancora che i problemi siano non solo cose negative che non dovrebbero mai manifestarsi oppure che qualcuno altro al posto nostro dovrebbe risolvere, ma si lamenta che Dio sta lì a guardare e ci lascia sguazzare nei nostri casini.

Invece, per chi ha occhi per Vedere, il Divino ci manda l'aiuto che ci serve ma nel modo evolutivo che meritiamo, non secondo i nostri canoni da terrestri dormienti!

Quindi, non bisogna mai dimenticare che ogni persona, problema oppure ostacolo che ci si presenta davanti e pare rallentarci, o bloccarci del tutto, contiene in sé già il seme della soluzione.

Perché osservandoci possiamo capire cosa quell'ostacolo fa scattare in noi, quale reazione/dolore/difesa. In base a ciò che in noi scatena ecco che lì sta la soluzione. Si può finalmente comprendere che lavorando sulla reazione negativa, la si tramuta in azione consapevole.
E il problema è risolto.
La prova del nove? Se non si ripresenta più per anni vuol dire che avete sciolto il nodo.